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L’importanza di essere veloci

WebSite X5
Pubblicato da Incomedia in Guide e consigli · Giovedì 12 Mar 2020
Tags: sp_go
È ormai chiaro che la velocità di caricamento delle pagine web è uno dei parametri a cui Google sta dando sempre maggiore importanza.
 
Una delle ultime novità a riguardo è contenuta in un breve post apparso a novembre 2019 sul blog ufficiale dell’azienda di Mountain View, in cui i tecnici di Google hanno spiegato che le future versioni di Chrome segnaleranno agli utenti quando un sito web si sta caricando lentamente attraverso l’uso di appositi badge.

La soluzione grafica adottata potrebbe essere molto simile a quella riprodotta in figura: le pagine più veloci avranno una barra di caricamento verde; quelle più lente, invece, saranno penalizzate agli occhi dei visitatori perché precedute da un messaggio di avviso.

“Il badge ha lo scopo di identificare quando i siti sono creati in un modo che li rallenta in generale, osservando le latenze di carico storiche”, scrive Google sul blog dedicato di Chromium. “Più avanti, potremmo estenderlo per includere l’identificazione quando è probabile che una pagina sia lenta per un utente in base al dispositivo e alle condizioni della rete”.

A quanto è dato sapere, l’adozione di questa nuova soluzione interesserà inizialmente solo i dispositivi mobili per poi essere estesa, eventualmente, anche a dispositivi desktop.

Naturalmente la catalogazione dei siti lenti o veloci avverrà gradualmente e, in attesa di sapere quando questo sistema sarà operativo, Google continua a suggerire ai web master di cercare di migliorare le performance dei loro siti, magari sfruttando proprio la piattaforma di apprendimento fornita da Chromium.

Probabilmente a questo punto ti starai chiedendo:
“Cosa si intende esattamente per velocità di caricamento di un sito?
“Perché la velocità di caricamento di un sito è così importante per Google?”
“Come si fa a controllare qual è la velocità di un sito?”
“Cosa si può fare per aumentare la velocità di un sito?”

Se non vuoi correre il rischio di vedere bollate le tue pagine come lente, non ti rimane che continuare a leggere per trovare tutte le risposte che cerchi.

Cosa si intende per velocità di caricamento

Iniziamo con il fare un po’ di chiarezza. Con l’espressione “velocità della pagina” ci si riferisce essenzialmente all’intervallo di tempo impiegato da una pagina web per essere scaricata dal server di hosting del sito e visualizzata nel browser web che ha effettuato la richiesta. In altre parole, il tempo di caricamento di una pagina è la durata tra il click sul link e la visualizzazione dell’intero contenuto della pagina sul browser richiedente.

Sulla valutazione della velocità di una pagina, dunque, incide:
  • il tempo impiegato per consegnare al browser le risorse richieste e il contenuto HTML associato;
  • il tempo di risposta del bowser alle richieste di caricamento delle pagine;
  • la percezione dell’utente nel momento in cui, finalmente, la pagina richiesta viene visualizzata nel browser.

Dato che, come vedremo, le performance del sito influiscono sull’esperienza d’uso degli utenti e, di riflesso, sul posizionamento che avranno nei motori di ricerca, ti conviene non sottovalutare la questione. Mentre sviluppi il tuo sito web mantieni sempre ben presente tra gli obiettivi quello di avere delle pagine veloci da caricare e trova, volta per volta, il miglior compromesso tra estetica e prestazioni.

Perché la velocità di un sito è importante

Spesso, quando si progetta un sito web, si investe molto su grafica e personalizzazioni trascurando uno degli obiettivi principali degli utenti: raggiungere ciò che stanno cercando il più velocemente e facilmente possibile.

Un sito veloce da caricare, dunque, fa felice gli utenti e, di conseguenza, fa felice anche Google. Per il motore di ricerca, infatti, è molto importante l’esperienza d’uso degli utenti e premia i siti virtuosi con un miglior posizionamento. Se poi consideriamo quanti navigano da mobile con connessioni non sempre performanti, abbiamo un motivo in più per puntare ad avere pagine web leggere e veloci.
Approfondiamo un po’ ciascuno di questi 3 aspetti.

1. Un sito web veloce piace soprattutto agli utenti

Lo viviamo quotidianamente sulla nostra pelle: più aumenta la velocità di connessione di cui possiamo disporre, più diminuisce la nostra pazienza. Non ci piace aspettare e se una pagina impiega troppo tempo per essere visualizzata, la abbandoniamo e proviamo con un’altra: tanto il web è pieno di risorse!

Gli studi di settore non fanno altro che confermano il dato: Google stessa rivela che se una pagina si apre in un tempo compreso fra 1 e 3 secondi, le possibilità che un utente abbandoni la navigazione prima ancora che il sito finisca di caricarsi sono del 32%. Questo tasso sale esponenzialmente man mano che i secondi necessari per far caricare la pagina aumentano.



Se poi non stiamo parlando di un semplice sito vetrina ma di un e-commerce, la questione è ancora più rilevante: la lentezza nel caricamento delle pagine non si traduce “solo” in perdite di visite ma in una vera e proprio perdita di fatturato.

Secondo una ricerca del Gruppo Aberdeen, ogni 1 secondo di ritardo nel caricamento della pagina riduce la soddisfazione dei clienti del 16%, le visualizzazioni di pagina dell’11% e i tassi di conversione del 7%. Il 46% degli utenti non ritorna in siti web dalle basse prestazioni. I proprietari di siti web hanno solo 5 secondi per coinvolgere i visitatori prima che questi decidano di lasciare. Il 74% degli utenti che accedono al sito mobile andrebbero via se ci volessero più di 5 secondi per caricare.

D’altro canto, quando i tempi accelerano, i risultati si vedono. Per esempio, quando Mozilla ha aumentato la velocità della pagina di 2,2 secondi, i download di Firefox sono aumentati del 15,4%, ovvero di 10 milioni all’anno! E Walmart ha ottenuto un aumento del 2% dei tassi di conversione per ogni secondo di miglioramento dei tempi di caricamento della pagina.



Amazon sa bene tutto questo. Attraverso lo svolgimento di specifici test A/B, gli esperti della società di Jeff Bezos hanno dimostrato che ogni 100 millisecondi di ritardo nel tempo di rendering della pagina comporta una perdita dell’1% delle vendite. Nonostante un catalogo con migliaia di prodotti e una Home Page tutt’altro che leggera, Amazon riesce a farla caricare in appena 1 secondo!
  
Alla fine la conclusione è chiara: come utenti non siamo disposti ad aspettare, pertanto come web master ci conviene fare di tutto per rendere le nostre pagine web più veloci da caricare e non veder crollare il numero delle visite e i tassi di conversione.

2. Un sito web veloce piace a Google ed è utile per la SEO

Ciò che piace agli utenti piace anche a Google, i cui sforzi sono sempre tesi a soddisfare nel miglior modo possibile le richieste di tutti coloro che navigano sul web.

Considerando la velocità come un’esperienza positiva per gli utenti, Google ha iniziato ad utilizzarla come segnale per determinare il posizionamento dei siti già a partire dal 2010.

Con lo speed update del luglio 2018, Google ha letteralmente spinto sull’acceleratore e la velocità è diventata a tutti gli effetti un fattore di posizionamento delle pagine. Da quel momento, infatti, a parità di altri fattori, le pagine più veloci hanno iniziato a posizionarsi meglio rispetto a pagine più lente.

Naturalmente la velocità è solo uno degli oltre 200 fattori di ranking considerati dagli algoritmi di Google per determinare il posizionamento di una pagina e l’intento della query di ricerca continua ad essere un segnale molto forte. Per questo, una pagina con un ottimo contenuto rilevante ha ancora la possibilità di posizionarsi bene anche se lenta.

Cosa succede, quindi, agli occhi di Google quando una pagina web è lenta? Dato che gli utenti, come abbiamo detto, non sono disposti ad aspettare, accadrà che molti di loro abbandoneranno la pagina ancor prima che abbia finito di essere caricata o che, vista la prima pagina, non saranno disposti ad aspettare ulteriormente per il caricamento di quelle successive. Google Analytics registrerà, dunque, un aumento del bounce rate, ovvero della frequenza di rimbalzo della pagina, e una diminuzione sia del numero di pagine visitate che dei tempi di permanenza sul sito. Questi sono tutti indicatori che porteranno Google a giudicare il servizio offerto dal sito web come non di qualità e che incideranno negativamente sul ranking. A cascata, questa penalizzazione porterà a un calo complessivo delle visite al sito.

In realtà la velocità di caricamento non incide soltanto sul posizionamento ma anche sull’indicizzazione della pagina. Google assegna a ciascun sito un crawl budget, ovvero una certa quantità di risorse utilizzabile dal Googlebot (lo spider, ovvero il software, utilizzato da Google per analizzare i contenuti della rete) per effettuarne la scansione. Migliorare la velocità delle pagine significa utilizzare meglio il proprio budget: evitando che il budget si esaurisca per la scansione di poche pagine lente e pesanti, infatti, dai al motore la possibilità di entrare più in profondità nel sito e di indicizzare meglio tutti i contenuti.  

Alla luce di queste considerazioni dovrebbe essere chiaro perché la velocità di un sito web è importante per la SEO e perché Google insista affinché i siti abbiamo buone performance.    

C’è da dire che a distanza di oltre un anno dall’introduzione dello speed update, Google ha rilevato una serie di cambiamenti positivi riguardanti l’intero ecosistema del web: per esempio, nel 2018 la porzione di traffico Web più lenta (un terzo del totale) ha comunque aumentato la velocità di almeno il 15% e più del 95% dei Paesi fa registrare una maggiore velocità complessiva. Segni, questi, che fanno capire che in futuro ci sarà sempre meno spazio per siti lenti e poco performanti.   

3. Un sito web veloce è importante per il mobile

La navigazione internet da mobile ha ormai superato quella da desktop.

Secondo alcune statistiche già nel 2017 quasi il 56% del traffico proveniva da dispositivi mobile.



I dati confermano che passiamo sempre più tempo sul web è che la propensione all’acquisto di chi naviga da mobile è superiore rispetto a quella di chi naviga da desktop.
 
Alla luce di tutto ciò occorre considerare che chi naviga sul web da mobile, spesso lo fa quando in assenza di connessione WiFi e quindi con connessioni molto più lente. È facile capire, dunque, che in questi casi gli utenti hanno bisogno di pagine leggere che si caricano in meno tempo.

Rendendosi conto di quanto sia importante la velocità di caricamento dei contenuti durante la navigazione da mobile, già nel 2015 Google ha lanciato il progetto AMP (Accelerated Mobile Pages). Una pagina in versione AMP è una pagina basata su HTML, CSS e Javascript (come le altre) che sottostà a una serie di restrizioni finalizzate a ridurne sensibilmente il peso e ad abbatterne il tempo di caricamento. In media le pagine AMP si caricano 4 volte più velocemente e hanno un carico di 10 volte minore rispetto alle pagine standard. In più le pagine AMP vengono caricate nella cache di Google che è così in grado di restitiurne il contenuto in maniera praticamente istantanea.

Secondo uno studio pubblicato su StoneTemple l’adozione di AMP porta a un miglioramento significativo del ranking. Google nega l’esistenza di una correlazione diretta tra AMP e ranking ma ciò che anche in questo caso è ovvio è che un miglioramento complessivo delle performance del sito e della user experience sono dei segnali importanti utilizzati dal motore per stabilire il posizionamento delle pagine.

Come controllare la velocità di un sito

Ora che sei convinto di quanto sia necessario che le pagine del tuo sito web debbano essere veloci da caricare, devi capire esattamente in che situazione ti trovi. La prima cosa che devi fare, quindi, è effettuare un test di velocità di una o più pagine.

Per effettuare questi test di velocità puoi utilizzare diversi tool disponibili gratuitamente online, sia nativi di Google che di terze parti. Ecco una lista di quelli più noti e utilizzati:

Pagespeed Insights

È il tool messo a disposizione da Google. È molto semplice da utilizzare: inserisci la URL del tuo sito e avvia l’analisi. Il tool ti restituirà un punteggio su una base di 100 e ti fornirà una serie di suggerimenti su cosa fare per poter ottimizzare il sito.

GT Metrix

È il tool ideato da Yahoo! in collaborazione con altre aziende, tra le quali Google e Firefox. Rispetto a Pagespeed Insights, questo tool fa un’analisi più completa e non focalizzata solo sul motore di ricerca di Google.

Pingdom Tool

È un tool sviluppato da terze parti, non dai motori di ricerca. Offre metriche e funzioni simili a quelle di GT Metrix e ha il pregio di organizzare i dati in tabelle che rendono più semplice leggere e interpretare i dati.

Non ti allarmare se ripetendo i test con tool diversi o, usando lo stesso tool, in momenti diversi, ti accorgi che i risultati che ottieni per una pagina variano, anche sensibilmente. Ogni strumento prende il considerazione parametri diversi e restituisce punteggi e tempi differenti. L’importante, comunque, non è tanto il punteggio in sé quanto piuttosto fissare un punto di partenza, avere delle indicazioni su ciò che sarebbe necessario fare per migliorare lo stato delle cose e monitorare le performance per verificare che eventuali cambiamenti introdotti stiano portando ai risultati sperati.

Come aumentare la velocità di un sito

Dopo aver fatto un test di velocità di una o più pagine del tuo sito web, potresti aver scoperto che non sono così performanti come forse ti aspettavi. Non disperare: ci sono diverse cose che puoi fare per migliorare le cose e adesso le vedremo insieme.

Prima però è necessario fare 2 precisazioni.

Per prima cosa, se te lo stai chiedendo, non c’è una velocità ottimale da ottenere. È ovvio che più un sito è veloce e meglio è: in linea generale, possiamo dire che bisognerebbe puntare a raggiungere un tempo di caricamento medio di 2 secondi e che non bisognerebbe mai andare oltre i 6/7 secondi.

In secondo luogo, ti sarai accorto che mentre alcuni degli accorgimenti che vengono suggeriti per ottimizzare la velocità di caricamento delle pagine sono alla portata di tutti, altri riguardano aspetti piuttosto tecnici, come la configurazione del server o la creazione del codice delle pagine. È bene che tu sia a conoscenza di tutte le possibilità che hai a disposizione ma, se non  sei un esperto, per gli interventi più tecnici rivolgiti a persone competenti.  

Detto questo, torniamo al lato pratico: come si migliora la velocità di caricamento di un sito? Ecco alcuni degli aspetti più importanti da prendere in considerazione:

Hosting

Tutto parte da qui: se un sito è ospitato su un buon hosting i suoi tempi si risposta saranno minimi. È ovvio che si ottiene in proporzione a quello che si paga. Perciò se si sceglie un hosting molto economico, è probabile che le performance saranno molto più modeste e i tempi di caricamento si allungheranno di qualche prezioso secondo.

Il consiglio, dunque, è questo: valuta l’hosting con attenzione e scegli non quello che costa meno ma quello che ti offre il miglior rapporto qualità/prezzo in considerazione del tipo di sito che vuoi realizzare.

Per un sito amatoriale di poche pagine, per esempio, ti potrebbe bastare un hosting condiviso. È la tipologia più diffusa ed economica: il tuo sito sarà ospitato da un server utilizzato da tantissimi altri clienti. Tutti dovrete condividere le risorse della stessa macchina (memoria, banda, spazio su disco, database, ecc.) e se alcuni siti utilizzeranno molte risorse, gli altri ne risentiranno.

Più il sito web è importante e strategico all’interno del tuo progetto professionale, più dovresti essere disposto ad investire per un servizio di hosting di qualità, magari optando per un hosting dedicato. In questi casi, infatti, ogni utente utilizza delle risorse che gli sono state assegnate individualmente: il costo del servizio è più alto ma la qualità del servizio e il livello delle performance è nettamente superiore.

Tra i due estremi dell’hosting condiviso e l’hosting dedicato, ci sono tutte le soluzioni di cloud hosting: sono soluzioni che generalmente prevedono un ambiente condiviso ma con risorse e garanzie maggiori.

Immagini    

Secondo HTTP Archive le immagini rappresentano in media il 21% del peso complessivo di una pagina web e sono seconde soltanto ai video.



Avere delle immagini pesanti rallenta anche di molto il caricamento delle pagine: fortunatamente non è difficile ottimizzarle e ottenere subito incrementi significativamente.

Nell’ottimizare un’immagine il tuo obiettivo deve essere cercare di ottenere il giusto equilibrio tra dimensione del file e qualità. Scegliendo la giusta combinazione di formato del file e tipo di compressione, potrai ridurre notevolmente le dimensioni pur mantenendo una buona qualità dell’immagine.  

Ricorda che i principali formati di file sono 3 - JPEG, GIF e PNG - e che la compressione può essere con (lossy) o senza (lossless) perdita di informazioni.



Il formato JPEG è perfetto per immagini digitali statiche, fotografie e immagini con molti colori e/o ombreggiature. Sfrutta un tipo di compressione lossy, quindi con perdita d’informazione, e in proporzione risulta un formato molto leggero.

Il formato GIF utilizza 256 colori, consente la trasparenza e può essere animato, il tutto mediante una compressione senza perdita di dati. È un formato più leggero rispetto al JPEG e per questo è utilizzato soprattutto per animazioni, grafiche web con pochi colori e immagini digitali semplici.

Il formato PNG utilizza una compressione senza perdita d'informazione e si suddivide in due tipologie: PNG-8, assimilabile alla GIF ma più piccola, si avvale di 256 colori e consente la trasparenza; PNG-24, molto simile alla JPEG ma più grande, si avvale di più di 16 milioni di colori ed è un formato privo di compressione. Il formato PNG viene utilizzato per immagini web (tra cui loghi che richiedono trasparenza e dissolvenza), immagini in elaborazione e immagini complesse (come le fotografie, sempre che la dimensione non sia un problema).

Per un recap su caratteristiche e usi di questi 3 formati, puoi consultare la bella infografica su WhoIsHostingThis.



Per ottimizzare le immagini puoi utilizzare uno dei tanti programmi di fotoritocco, a pagamento o gratuiti, disponibili. Ricorda di salvare le immagini delle dimensioni con cui verranno utilizzate all’interno delle pagine e, se disponibile, usa il comando Salva per il Web.

Considera anche ciò che ti mette a disposizione il software/servizio che hai scelto di utilizzare per la realizzazione del tuo sito: molti offrono strumenti, funzioni o plugin appositi per ridurre il più possibile il peso delle immagini importate. In qualsiasi caso, cercare di ottimizzare le immagini a monte, ovvero prima di inserirle nelle pagine del sito, rimane un’attività utile.

Codice

Più un sito è ricco di elementi, anche invisibili a occhio nudo, e più tempo servirà per caricare correttamente il tutto.
In questo caso, a meno che tu non sia un programmatore, non potrai intervenire direttamente sul codice delle pagine e dovrai “fidarti” della qualità garantita dal software o dal servizio che hai deciso di utilizzare o dal fornitore a cui ti sei rivolto.

È importante, però, che tu sappia che un codice ottimizzato è anche un codice pulito e leggero, privo di qualsiasi elemento che lo potrebbe appesantire senza aggiungere funzioni utili. In questo senso, anche la minificazione del codice - ovvero l’eliminazione di commenti o caratteri accessori come spazi e a capo - contribuisce a rendere il sito più veloce: quindi, quando è possibile, attivala.

Pubblicità

Se decidi di inserire degli annunci pubblicitari all’interno del tuo sito, fai attenzione al codice che questi possono caricare: molto spesso si tratta di codice pesante e non ottimizzato che finirà con il rallentare le pagine. La lentezza di caricamento associata alla presenza eccessiva di messaggi pubblicitari rischia di peggiorare sensibilmente l’esperienza d’uso degli utenti. Valuta attentamente il rapporto tra costi e benefici: potresti accorgerti che tutto sommato non ne valga la pena.      

È tutto?

In realtà no! Ci sono tanti altri accorgimenti che si possono prendere per rendere il caricamento delle pagine più veloce: per esempio potresti gestire la cache del sito per renderlo più performante o abilitare la compressione gzip.
Come dicevamo, alcuni di questi interventi richiedono delle competenze tecniche specifiche, altri possono essere attuati anche da chi non è un esperto. La cosa importante è che in qualità di possessore e forse anche autore del sito web tu sia consapevole di quanto sia vitale fare in modo che sia veloce nel caricamento e performante e che tu sappia cosa fare o cosa chiedere per ottenere questo risultato.


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